Wednesday 23 January 2013

Focus on: Thomas Isidore Sankara (Il Che Guevara africano)

« Il debito pubblico nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo assoluto, di coloro i quali hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l’obbligo di rimborso. »

Thomas Isidore Sankara, nasce a Yako, nell'Alto Volta, il 21 dicembre del 1949, da una famiglia che gli diede un'istruzione Cattolica dalla quale non si allontanò mai nonostante le convinzioni marxiste.

Molto probabile che nessuno lo ricordi, io stesso fino a qualche tempo non ne conoscevo nemmeno l'esistenza.
Il Capitano Thomas Sankara, leader molto carismatico prima dell'Alto Volta (come 5º presidente) poi del Burkina Faso (come 1º presidente)venne ucciso il 15 ottobre 1987 insieme a sette collaboratori, in un colpo di stato organizzato da un suo ex compagno d'armi (e poi suo braccio destro), l'attuale presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré con l'appoggio di Francia e Stati Uniti d'America.
Verrebbe da pensare al complotto, soprattutto se si pensa al discorso [sul debito] con cui si inimicò i due Paesi, avvenuto il 29 luglio dello stesso anno della sua morte.

  

Definito  come "il Che Guevara africano" parlava di un'Africa libera dal giogo monetario occidentale e non solo, ma che le masse, siano esse africane o europee, avrebbero dovuto farlo.
Il suo Burkina Faso coltivava, produceva e consumava cotone proprio, egli stesso indossava solo indumenti prodotti dal suo Paese, cambiò le auto statali, eliminando le Mercedes e ufficializzando le Renault 5 (prodotto tra l'altro francese), per poter abbassare i costi e risanare l'economia.
Insomma, di uomini (e politici) come lui non ne fanno più, ma più che queste parole, a rendergli giustizia, è il documentario di "C'era una volta".



« Per l'imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità. »

PIERPAOLO RIZZO 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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