Friday 9 November 2012

I disabili gravi: nuovo sciopero della fame «Dal ministro Grilli mancanza di rispetto»


I malati non autosufficienti chiedono la conferma dei fondi stanziati. Quelli del 2011 assegnati ma non distribuiti


I disabili gravissimi stanno per riprendere lo sciopero della fame in assenza di risposte dal governo. Dopo la prima azione,iniziata lo scorso 21 ottobre e sospesa all'annuncio dei ministri Elsa Fornero e Renato Balduzzidi volerli incontrare, avevano ottenuto promesse e rassicurazioni sul ripristino del fondo di almeno 350 milioni destinati alla non autosufficienza. Promesse che non si sono mai tradotte in azioni concrete e che già a inizio mese avevano portato alla minaccia di nuove «azioni estreme».
 
IL TAGLIO AL FONDO NON AUTOSUFFICIENTI - Adesso il Comitato 16 novembre, che raccoglie i malati colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (meglio nota come Sla) e altre malattie altamente invalidanti, torna a ricordare al governo con un nuovo sciopero della fame che le loro richieste non sono una nuova pretesa, e che lo stanziamento dei fondi risale al 2010dopo le clamorose proteste iniziate nel 2009. Lo storno adesso renderebbe impossibile la vita per dei cittadini bisognosi di assistenza continua.
«MANCANZA DI RISPETTO» - La vicepresidente Mariangela Lamanna sottolinea: «Il governo ci ha assicurato il finanziamento del fondo per la non autosufficienza ma di fatto non abbiamo visto ancora nessun impegno concreto, se non parole dal grande effetto mediatico come quelle del ministro Grilli dal Messico che rassicurava sulla presenza dei fondi». In fondo Fornero e Balduzzi avevano promesso il ripristino del fondo per il 20 novembre, e il ministro dell'Economia aveva confermato l'intenzione. Ma, sottolinea Lamanna (sorella di Giusi, malata tracheostomizzata, quindi collegata a un respiratore 24 ore al giorno), «Con le dichiarazioni del ministro Grilli da Città del Messico ci si è resi protagonisti di una gravissima mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini italiani, disabili e non: quella del ministro che annunciava la presenza di fondi senza un reale piano di impegno è stata una mossa strategica per tacitare la stampa, ma noi non ci stiamo».
Una precedente manifestazione dei disabili gravissimiIL NUOVO SCIOPERO - «Dal giorno 14 novembre riprenderemo lo sciopero della fame alimentandoci al 50% del fabbisogno calorico - scrive il segretario del comitato, Salvatore Usala - Dal 21 novembre saremo in presidio permanente, e sciopero della fame, davanti al ministero dell'Economia in via XX Settembre a Roma». L'oggetto della protesta è il «fondo Letta» (art. 23, comma 8, legge 135/2012, detta spending review), che prevedeva lo stanziamento di 658 milioni a favore della non autosufficienza, ridotto a poco più di 56 milioni dall'approvazione del disegno di legge di stabilità (art. 8, comma 21).
«IL GOVERNO FACCIA IL SUO DOVERE» - Dal 21 novembre, quindi, se non arriveranno fondi per aiutare le famiglie dei malati (nel 2009 la moglie del calciatore Stefano Borgonovo, malato proprio di Sla, raccontava così il dramma dell'assistenza domiciliare, descrivendo il peso non solo della malattia, ma anche economico che grava su chi assiste una persona non autosufficiente), si assisterà a nuove proteste di persone in sedia a rotelle o, addirittura, in barella e con il respiratore. Usala invita, quindi, il governo Monti a «evitare sofferenze e probabili "incidenti" - ricorda Usala, che nel 2009aveva rischiato anche di morire per la sua protesta - Governo Monti, se ci sei, fai il tuo dovere prima che prenotiamo aerei, navi, treni e ambulanze».
FONDI 2011 IN RITARDO - Allo stanziamento dei fondi del 2012, così tormentato, si aggiunge anche la beffa dei fondi 2011, che sono arrivati a giugno alle Regioni ma, nella maggior parte dei casi, non sono ancora stati distribuiti ai destinatari (accade, per esempio, in Puglia e in Emilia Romagna, e in alcune Asl dove la ripartizione alle famiglie è stata bloccata per dei calcoli sbagliati). Si tratta, complessivamente, di 100 milioni. «È gravissimo - ribadisce Lamanna, residente in Puglia - i malati continuano a morire e le famiglie a spendere soldi che non hanno quando le regioni hanno a disposizione questi fondi senza vincoli. Stiamo valutando un esposto alla Procura contro quelle regioni, come il Lazio e la Puglia, che ancora non hanno deciso l'erogazione dei contributi». Il presidente della Regione Puglia (6.620.000 euro da ripartire), Nichi Vendola ha accettato di incontrare la prossima settimana una rappresentanza regionale delle famiglie.
Fonte: Corriere.it

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